CRITICITÀ E NUOVE EMERGENZE

La crisi pandemica nei suoi effetti si rivela come ulteriore occasione di profitto per le mafie. Poiché l’acuirsi della crisi economica sta producendo un aggravamento delle condizioni degli indebitati e una esposizione di imprenditori, famiglie e singole persone al credito illegale, è necessario intervenire sulla legge n.108 del 1996 le cui falle e criticità sono occasione per mettere in piedi truffe da parte di mafiosi e speculatori ai danni del Fondo.

La legge n. 108 del 1996 ha segnato un punto di svolta nell’impegno diretto dello Stato per la prevenzione e il contrasto all’usura. Dopo 25 anni, tuttavia, alcune faglie nella legge richiedono una sua revisione, atteso che esse sono addirittura utilizzate dalle mafie per accaparrarsi   risorse pubbliche destinate alle vittime. L’accurata deliberazione 9/218 della Corte dei Conti “Gestione del fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell’usura (2013-2017)“, ha evidenziato diverse criticità e problematiche afferenti alla gestione del fondo. La recente ricerca pubblicata sulla Rivista Giuridica del Mezzogiorno ne dà conto ed è la prima che approfondisce le indicazioni contenute nella delibera della Corte dei Conti proprio nel momento in cui la crisi economica, conseguente alla pandemia, crea uno spazio per lo sviluppo dell’usura ancora maggiore di quello che spinse forze laiche e cattoliche ad unirsi per ottenere la legge n.108 del 1966.

È necessario quindi individuare con cura attraverso quali faglie del sistema la malavita è riuscita ad infiltrarsi e truffare il Fondo che, stando a recenti resoconti giudiziari, può ulteriormente essere oggetto di aggressione. È necessario allora un ulteriore studio accurato che faccia chiarezza delle diverse criticità e sintetizzi le molteplici proposte di riforma della normativa cui anche il contributo che sarà discusso nel convegno ha fornito. Siamo ad un guado del percorso per chiudere queste faglie, evitare i pesanti danni erariali e morali e, soprattutto, evitare di ingenerare sfiducia nelle istituzioni che devono prevenire, reprimere l’usura e supportare le vittime che proprio la crisi pandemica sta aumentando. Non si possono aggiungere ai danni le beffe!

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